Secondo Steiner è infatti il pilastro della fertilità del terreno e dunque della sua vitalità, in stretta analogia con l’agronomia classica che attribuisce questo ruolo al letame che, attraverso il complesso processo di umificazione si trasforma in humus, acquisendo proprietà importantissime.
La maturazione, ovvero l’umificazione del letame all’interno del corno interrato di una vacca fertile che abbia partorito almeno una volta, origina il preparato cornoletame. Una volta riempito di letame (in realtà solamente delle deiezioni solide della vacca, prive della lettiera e delle urine), il corno viene interrato nel periodo autunnale, il 29 settembre giorno di San Michele e dissotterrato in primavera, nei giorni immediatamente successivi alla Pasqua. Nel terreno, all’interno del corno, il letame non solo subisce un processo di trasformazione fisica, chimica e microbiologica ad opera di agenti biotici e abiotici, ma si arricchisce delle forze cosmiche che danno fertilità e vitalità al suolo, che in questo periodo dell’anno scendono dal Cosmo in Madre Terra.
Per il cornoletame preparato a Casairoi sono utilizzate deiezioni che provengono da vacche che sono al pascolo negli areali montani del Pizzo di Ormea e della Colla di San Giovanni dai 1.500 ai 2.000 metri s.l.m. In queste zone di alpeggio di alta quota l’ambiente è incontaminato, l’acqua è purissima di sorgente e i pascoli sono caratterizzati da una biodiversità di specie vegetali eccezionale. Accanto alle più comuni graminacee e leguminose foraggere, si trovano l’Anthoxanthium alpinum, la Crepis conyzifolia, l’Heracium pilosella, il Phyteuma orbiculare, la Plantago alpina e fuscescens, il Trifolium alpinum e pratense ssp nivale e altre specie che mantengono in condizioni ottimali l’attività metabolica dell’animale. Le corna sono di vacche di provenienza esclusivamente piemontese e sono scelte accuratamente per la loro integrità e bellezza di forma.